Missione di Trujillo

Nella periferia El Porvenir di Trujillo, città tra il Pacifico e le Ande nel nord del Perù, venne inaugurata una chiesa nel 1982. I promotori furono 12 preti irlandesi, arrivati negli anni ‘70 dalla diocesi di Cork. Nel 2003, visto che la popolazione cresceva a vista d’occhio, il Vescovo ha diviso in due l’antica parrocchia e così ha creato la parrocchia col nome Señor de los Milagros e l’ha consegnata ai comboniani.

Nel 2007 e nel 2013, visto il continuo aumento demografico, la parrocchia è stata divisa più volte. Da allora la popolazione è continuamente cresciuta secondo l’avanzare della gente, lungo le pendici delle Ande. Ad oggi conta almeno 80.000 persone.

Da circa 10 anni tra i comboniani presenti a Trujillo opera anche p. Daniele Nardin, un comboniano nato a San Bellino (Veneto). P. Daniele è partito per il Perù nel 1985 ed è stato circa 20 anni a Cerro de Pasco: una località sulle Ande ad oltre 4.500 metri popolato da minatori sfruttati e tartassati.

Nel 2007 è stato spostato nella missione del Porvenir, a Truijllo. Dopo circa 10 anni di Trujillo (e oltre 30 anni di Perù) p. Daniele è tornato in Italia nella sua San Bellino. Da qui continua ad operare in sintonia con i Comboniani sul posto e con i peruviani che portano avanti i progetti iniziati.

Trujillo è la città dell’eterna primavera, clima gradevole. Purtroppo ci sono grossi problemi legati a povertà, alcoolismo, violenza familiare, abbandono dei figli/donne da parte degli uomini. Molti andini scendono giù dalle montagne e si rifugiano nella periferia di Trujillo in cerca di una condizione di vita migliore. Spesso invece si ritrovano a vivere ai margini della città in posti impensabili (a volte dentro una discarica) in condizioni di assoluta povertà. Lo stato in questi posti non arriva, la violenza la fa da padrone.

Trujillo è la città dell’eterna primavera, clima gradevole. Purtroppo ci sono grossi problemi legati a povertà, alcoolismo, violenza familiare, abbandono dei figli/mogli. Molti andini scendono giù dalle montagne e si rifugiano nella periferia di Trujillo in cerca di una condizione di vita migliore. Spesso invece si ritrovano a vivere ai margini della città in posti impensabili (a volte dentro una discarica) in condizioni di assoluta povertà. Lo stato in questi posti non arriva, la violenza fa da padrone.

L’azione dei comboniani si concentra soprattutto sui più piccoli e sui più deboli. p. Daniele lavora tanto con i bambini, con le maestre, crede profondamente nell’importanza della scuola. Principalmente opera nelle scuole cercando di combattere l’abbandono scolastico, cercando di aiutare i bambini senza famiglia, coinvolgendo i laici nell’aiutare i maestri e le maestre, lo svolgimento dell’attività didattica. La principale misura contro il dilagare della violenza e dell’alcoolismo è operare sui bambini, sui ragazzi contro la disgregazione sociale. I ragazzi ed i bambini vengono aiutati anche economicamente per dare loro l’istruzione minima e per sostentare anche fratelli, sorelle e genitori. I fondi raccolti servono anche per aiutare le famiglie più povere che vivono ai margini (ad esempio ai bordi delle discariche), dove sono presenti tanti bambini ed è forte l’abbandono dei padri.

In questo momento storico anche il Perù sta attraversando un periodo di grande difficoltà dovuto sia a problemi di stabilità politica, sia a problemi storici come la corruzione, ma anche all’aggravarsi della pandemia da Covid-19. Anche “da remoto” (parola molto in voga in questo periodo) padre Daniele riesce a coordinare le attività delle scuole e delle operose maestre che mandano avanti l’anno scolastico, l’assistenza ai bambini, il supporto alle famiglie più povere, l’aiuto a quelle realtà che da sole non riuscirebbero a sopravvivere. Tutti i fattori al contesto scoraggiano l’azione dei nostri, ma padre Daniele e le sue donne ed i suoi uomini non mollano, anzi continuano più speranzosi ed operosi che mai.